Mi è capitato ultimamente di percorrere alcune strade della Calabria Tirrenica, in particolare la parte più a nord, imbattendomi in alcuni paesi costieri di un certo interesse come Praia a Mare, Scalea e infine Diamante.
E’ proprio su quest’ultimo che mi vorrei soffermare in questo articolo.
Mi è apparso infatti un luogo molto interessante, non troppo caratteristico nel complesso, ma con ottime potenzialità di affermarsi nel settore turistico in quanto perfettamente posizionato su un piccolo promontorio, che si affaccia su due ampie baie, dall’aspetto molto piacevole e suggestivo.
Sia da una parte che dall’altra del paese si trovano grandi spiagge che possono accogliere numerosi turisti, cosa che già in parte avviene durante l’estate. Il clima è inoltre molto favorevole, basti pensare che in pieno dicembre qualcuno indossava ancora indumenti estivi come maglie a maniche corte.
La forma del centro del paese è abbastanza interessante, in quanto si sviluppa su due livelli…quello più alto è il paese vero e proprio che vede la presenza di vari bar e punti di ristoro e che è separato dalla linea costiera da un bel lungomare, abbastanza recente, e di buona fattura.
L’altro livello invece, in teoria non meno bello, quello del porticciolo e del percorso a livello del mare, è invece in preda al degrado e all’abbandono.
Dalle notizie che si leggono su internet, tutto cioè dovuto al fatto, che ci sarebbe un progetto di un nuovo porto in corso, purtroppo fermo da tempo: il bando per il nuovo porto sarebbe avvenuto nel lontano 2000, e i lavori sarebbero cominciati nel 2009 per poi interrompersi solo dopo 7 mesi, per motivi che non è dato di sapere. Casi purtroppo abbastanza gravi ma anche frequenti che avvengono in certe aree della nostra penisola. Un porticciolo soprattutto che in altre situazioni e contesti sarebbe un vanto e un qualcosa da ammirare, in quanto è posizionato in modo direi perfetto rispetto al centro abitato che lo sovrasta. In questo caso è evidente che la cittadina subisca un grave danno, sia logistico, in quanto il porto al momento non è agibile, sia di immagine, visto che è sotto gli occhi di tutti l’orribile spettacolo che il cantiere fermo produce.
Non meno interessante inoltre è quella zona tra il porto e la parte soprastante, che vede un’ulteriore struttura in cemento armato lasciata abbandonata, che si inserisce dentro il promontorio al di sotto del lungo mare. Una volta finito il porto, e avvenuto anche il restauro della struttura, compreso a mio avviso un nuovo rivestimento, potremmo assistere a uno sviluppo di negozi, bar, attività ricreative e nuova socialità anche nella zona bassa, con un interessante e vivace scambio tra il livello del mare e quello sovrastante.
In conclusione sulla situazione attuale di Diamante non si possono che tirare brevi e abbastanza negative conclusioni: un centro turistico che potrebbe godere di ottima fortuna, vista la posizione, il clima, il paesaggio circostante, ma che invece versa in condizioni molto critiche da un punto di vista di quelle infrastrutture che ne favorirebbero un rilancio e uno sviluppo in senso qualitativo immediato. Purtroppo come al solito, le giustificazioni a tutto ciò sono molto vaghe e difficili da trovare ed è molto improbabile che in altri contesti anche di Paesi vicini del Mediterraneo potremmo assistere a una simile volontà di non sviluppare quello che serve, o peggio ancora, non finire quello che si è provato a cominciare.
Ho deciso di raccontare questo caso perché mi sembra abbastanza singolare che l’Italia nel 2015 continui a sprecare ancora tutte queste occasioni anche quando sarebbero abbastanza facili e anche piacevoli da risolvere. Ci auguriamo quindi in tutta franchezza da visitatori esterni che i lavori del porto di Diamante, così come della parte circostante, possano riprendere quanto prima, per conferire alla cittadina quel piacevole aspetto turistico che indubbiamente merita.